LO SFOGO
Analisi degli errori e strigliata. Così si apre la seconda seduta settimanale: «Continuiamo a ripetere gli stessi stupidi sbagli, non sappiamo gestire la gara per più di settanta minuti». Ripartono le prove a Formello, Reja è un militare: pretende massima concentrazione, insiste su intensità e pressing, sfinisce il gruppo con esercizi sulla circolazione della palla sugli spazi stretti. Non smette di gridare: «Possesso, possesso! Impariamo a ripartire». E' ancora un incubo il contropiede-gol subito per la palla persa da Gonzalez a centrocampo. Ma non è il “Tata” il destinatario delle indicazioni: «Una volta intercettata la palla, Keita e Candreva devono volare sulle fasce. E anche Lulic». Ultimo decollo a Milano, Reja cova una speranza: «Giochiamo la nostra partita, poi vedremo anche che faranno Torino e Parma». La resa è rimandata.
PUNIZIONE
Massima cura di tutte le fasi, persino nella partitella finale. Reja lavora sempre sugli schemi da fermo, ma qui deve arrendersi: nemmeno un gol su punizione in questa stagione. Il recordman Candreva non è una specialista, ma resta l'unica sterile soluzione. E pensare che Edy, grazie a Hernanes, aveva risolto diverse sfide nel suo primo mandato. Il “Profeta”, sbarcato a gennaio a Milano, sarà il grande ex della sfida: «Ho impiegato due settimane per accettare la proposta nerazzurra, alla Lazio stavo benissimo. Sarà una grande emozione affrontare i miei ex compagni». Occhio al piede caldo del brasiliano, dunque. Eppure, ironia del destino, l'Inter è l'altra squadra (insieme a Chievo e Catania) a non aver mai centrato la porta quest'anno su punizione.
IL TERZINO ESTROMESSO
Castigo: fuori dalla sfida, Cavanda, non verrà convocato. Già era finito in tribuna contro il Verona, Reja non tollera più i suoi vuoti di memoria. Ieri aveva dimenticato l'orario della seduta, si presentava così a Formello in colpevole ritardo: dritto sotto la doccia, senza neanche una sgambata. Non è la prima volta che succede, ma lo difende l'agente Savini: «Luis ha fatto 29 presenze, fino a gennaio era uno dei migliori, ora è molto deluso e non vede il futuro roseo. Vuole la Nazionale e per riprendersela ha bisogno di continuità. Alla Lazio o altrove». Può partire.
IL COMPLENNAO DI BEPPE
Chissà se alla fine resterà, Biava. Dipende solo da lui: oggi verrà festeggiato a Formello, compie 37 anni. La Lazio ha già svelato il regalo: rinnovo di un anno più un futuro da dirigente. Slittato l'incontro di ieri. Beppe riflette.
© RIPRODUZIONE RISERVATA