Lazio, Reja striglia i suoi uomini
«L'Europa è possibile, non mollate»

Lazio, Reja striglia i suoi uomini «L'Europa è possibile, non mollate»
di Alberto Abbate
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Giovedì 8 Maggio 2014, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 08:38
Sfuriata a cielo aperto: «Non abbiamo mentalità, ci sbilanciamo e perdiamo palla quando dovremmo mantenere il possesso», urla Reja alle 11 di mattina. E' una sveglia allo scadere: sta per piovere, ma c'è ancora un raggio di sole dietro le nuvole a Formello. A due giorni dal pari col Verona, la rabbia è tutt'altro che smaltita, ma l'Europa è ancora lì, al confine: «Finché una delle nostre contendenti non arriverà a 60 punti, non è detta l'ultima parola. Possiamo ritirare dentro l'Inter, che poi se la vedrà col Chievo. Dobbiamo crederci ancora, guai a pensare che sia tutto perso», la chiosa finale, dopo 20 minuti di discorso alla squadra. Tare assiste in silenzio e gradisce. Interviene solo quando c'è da “bastonare” Cavanda: ennesimo ritardo, stavolta addirittura di 45 minuti. Reja lo caccia, il ds rincara con una ramanzina: «Non è tempo per scherzare». Banditi atteggiamenti strafottenti e superficiali.



LO SFOGO

Analisi degli errori e strigliata. Così si apre la seconda seduta settimanale: «Continuiamo a ripetere gli stessi stupidi sbagli, non sappiamo gestire la gara per più di settanta minuti». Ripartono le prove a Formello, Reja è un militare: pretende massima concentrazione, insiste su intensità e pressing, sfinisce il gruppo con esercizi sulla circolazione della palla sugli spazi stretti. Non smette di gridare: «Possesso, possesso! Impariamo a ripartire». E' ancora un incubo il contropiede-gol subito per la palla persa da Gonzalez a centrocampo. Ma non è il “Tata” il destinatario delle indicazioni: «Una volta intercettata la palla, Keita e Candreva devono volare sulle fasce. E anche Lulic». Ultimo decollo a Milano, Reja cova una speranza: «Giochiamo la nostra partita, poi vedremo anche che faranno Torino e Parma». La resa è rimandata.



PUNIZIONE

Massima cura di tutte le fasi, persino nella partitella finale. Reja lavora sempre sugli schemi da fermo, ma qui deve arrendersi: nemmeno un gol su punizione in questa stagione. Il recordman Candreva non è una specialista, ma resta l'unica sterile soluzione. E pensare che Edy, grazie a Hernanes, aveva risolto diverse sfide nel suo primo mandato. Il “Profeta”, sbarcato a gennaio a Milano, sarà il grande ex della sfida: «Ho impiegato due settimane per accettare la proposta nerazzurra, alla Lazio stavo benissimo. Sarà una grande emozione affrontare i miei ex compagni». Occhio al piede caldo del brasiliano, dunque. Eppure, ironia del destino, l'Inter è l'altra squadra (insieme a Chievo e Catania) a non aver mai centrato la porta quest'anno su punizione.



IL TERZINO ESTROMESSO

Castigo: fuori dalla sfida, Cavanda, non verrà convocato. Già era finito in tribuna contro il Verona, Reja non tollera più i suoi vuoti di memoria. Ieri aveva dimenticato l'orario della seduta, si presentava così a Formello in colpevole ritardo: dritto sotto la doccia, senza neanche una sgambata. Non è la prima volta che succede, ma lo difende l'agente Savini: «Luis ha fatto 29 presenze, fino a gennaio era uno dei migliori, ora è molto deluso e non vede il futuro roseo. Vuole la Nazionale e per riprendersela ha bisogno di continuità. Alla Lazio o altrove». Può partire.



IL COMPLENNAO DI BEPPE

Chissà se alla fine resterà, Biava. Dipende solo da lui: oggi verrà festeggiato a Formello, compie 37 anni. La Lazio ha già svelato il regalo: rinnovo di un anno più un futuro da dirigente. Slittato l'incontro di ieri. Beppe riflette.
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