Rugby, Inghilterra inarrestabile, Italia cade all'Olimpico 15-46

Rugby, Inghilterra inarrestabile, Italia cade all'Olimpico 15-46
di Paolo Ricci Bitti
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Domenica 4 Febbraio 2018, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 19:26

Va così, nel Sei Nazioni: gli azzurri battuti 15-46 dall'Inghilterra (ovvero 2 mete a 7) e il pubblico dell'Olimpico (giusto 60mila fedeli, tutto esaurito) applaude perché una trentina di punti tra la 14a squadra al mondo e la seconda non sono neppure tanti. Insomma, è finita come doveva finire: né peggio, come si temeva, né meglio, come non era logico sperare.

Agli azzurri Il Sunday Times, attraverso il columnist più autorevole, Stephen Jones, aveva onestamente chiesto di reggere il confronto con gli strafavoriti inglesi, per di più imbufaliti dopo la beffa dell'anno scorso a Twickenham, di fino a 15 minuti dalla fine e così è stato anche se il match è sempre stato saldamente nelle mani degli avversari sostenuti da almeno 20mila supporter inebriati di Roma, del sole e della festa al Foro Italico.
L'Italia, oltre a chiudere il primo tempo con un lusinghiero 10-17, ha persino entusiasmato con due mete delle ali, meravigliosa la prima di Benvenuti, magnifica la seconda di Bellini, e vedendosi annullata una terza dal tmo per un passaggio in avanti di un millimetro. Gisutissimo, ma comunque l'esecuzione della manovra completata da Boni valeva comunque il biglietto.

Contro in inghilterra che nelle ultime 24 partite ne ha perse una non si poteva pretendere di più e confortano alcune belle manovre palla in mano dei trequarti. Bene anche i debuttanti nel Torneo, Negri e Minozzi (che sicurezza nell'afferrare micidiali up'nder). Bene Allan in regia nonostante la pressione terribile delle terze linee avversarie.
Patriarcale come sempre il capitano Parisse, mentre è da rivedere Giammaroli. Il voto più basso, tuttavia, va alla prima linea che ha faticato troppo a reggere l'impatto rimediando quattro evitabili penalty su propria introduzione.   
Ricapitolando: avanti verso l'Irlanda (terza al mondo...) sbato prossimo a Dublino con qualche piccola certezza in più.


Primo tempo.
Due azioni dell'Inghilterra, due mete: solari come lo splendente Olimpico stipato da 60mila fedeli sotto un cielo azzurro che ha fatto innamorare i 25mila tifosi in maglia bianca: un esercito. Ecco, non fosse stato per l'elementare facilità con cui Watson ha portato sullo 0-10 gli inglesi già all'11' non ci sarebbe stato nemmeno male. Ovvero: la superiorità tecnica e dell'Inghilterra è stata subito confermata e preoccupante è stata la friabilità della difesa italiana al largo che ha lasciato corridoi ineluttabili. Troppo veloci, troppo grossi, troppo organizzati, troppo efficaci le astute manovre a tutta velocità dei trequarti della Rosa: tutto come previsto, mentre ci si attendeva - dato che era tutto annunciato - più consistenza dagli italiani, pur giustificati Poi, finalmente, dopo un quarto d'ora di impotenza, gli azzurri si sono ripresi partendo dall'Abc: mischia e touche. Ordine e ordinatezza: mischia ordinata a centro campo, palla vinta e "liscia" fino all'ala sinistra che fugge verso la meta inglese, raggruppamento, palla "estratta" dal mediano Violi che allarga fino ad Allan che inventa un passaggio lungo linea me-ra-vi-gli-o-so che scavalca due inglesi e atterra sulle mani della lanciatissima l'ala destra Benvenuti che sprinta in meta. Un capolavoro, una delle mete più belle, per la sua pulizia e linearità, di sempre dell'Italia. Applausi anche dei tifosi inglesi.
Poi si riparte dai bianchi che di nuovo affondano con Farrell, ancora con esagerata facilità. Ma intanto il ritmo frenetico dei fantastici gli inglesi, che al 29' perdono addirittura un pallone, è stato tamponato dagli azzurri che accorciano prima del the con Allan dalla piazzola: 10-17. Poteva essere peggio, molto peggio.

Marcatori. Italia: 2 m. 20' Benvenuti; 58' Bellini; 1 c.p. 39, 1 tr. Allan
Inghilterra: 7 m' 3' 11' Watson, 25' Farrell; 52' 74' Simmonds, 67' Ford, 77' Nowell; 1 c.p. 47', 1 tr. Farrell


Le formazioni
Italia: 15 Matteo Minozzi, 14 Tommaso Benvenuti, 13 Tommaso Boni, 12 Tommaso Castello, 11 Mattia Bellini, 10 Tommaso Allan, 9 Marcello Violi, 8 Sergio Parisse (c), 7 Renato Giammarioli, 6 Sebastian Negri, 5 Dean Budd, 4 Alessandro Zanni, 3 Simone Ferrari, 2 Leonardo Ghiraldini, 1 Andrea Lovotti.
A disp. 16 Luca Bigi, 17 Nicola Quaglio, 18 Tiziano Pasquali, 19 George Biagi, 20 Maxime Mbanda’, 21 Edoardo Gori, 22 Carlo Canna, 23 Jayden Hayward
All. Conor O'Shea

Inghilterra: 15 Mike Brown, 14 Anthony Watson, 13 Ben Te’o, 12 Owen Farrell, 11 Jonny May, 10 George Ford, 9 Ben Youngs, 8 Sam Simmonds, 7 Chris Robshaw, 6 Courtney Lawes, 5 Maro Itoje, 4 Joe Launchbury, 3 Dan Cole, 2 Dylan Hartley (c), 1 Mako Vunipola
A disp. 16 Jamie George, 17 Alec Hepburn, 18 Harry Williams, 19 George Kruis, 20 Sam Underhill, 21 Danny Care, 22 Jonathan Joseph, 23 Jack Nowell.
All. Eddie Jones

Arbitro: Mathieu Raynal (Francia)
TMO: Glenn Newman (Nuova Zelanda)


La presentazione
C'è da essere increduli (e non solo perché fra i 15 azzurri in campo ce ne sono 4 che si chiamano Tommaso), ma gli imbattibili inglesi un po' nervosi oggi lo sono per il match che scatta alle 16 all'Olimpico esaurito.
Possibile? Ma gli allibratori non li danno stravincenti di almeno 18 punti? Ma non hanno sempre vinto nei 23 incontri precedenti contro gli azzurri? E, soprattutto, i numeri 2 al mondo, dietro solo agli All Blacks, non hanno brindato negli ultimi 22 match su 23? Sì, sì, tutto vero, ma la realtà è che in questa marcia trionfale avviata dal ct Eddie Jones dell'Inghilterra c'è una macchia che attende di essere lavata, possibile oggi dalle 16 in poi all'Olimpico stupato di 60 fedeli.

LA BEFFA
L'anno scorso nel tempio di Twickenham i bianchi furono costretti dall'Italia di O'Shea e Parisse a intascare un'amara vittoria di Pirro: 36-15 (con il divario allargatosi solo nei 9 minuti finali) invece del previsto 80-0, perché caddero nella trappola del fuorigioco che lo staff tecnico italiano aveva allestito con coraggiosa sfrontatezza.
I maestri del gioco non ci capirono più nulla e in mondovisione fecero la figura dei pirla proprio davanti agli azzurri, gli ultimi arrivati nel Sei Nazioni. Uno dei quei rari giorni in cui gli italiani che amano il rugby sorridono di felicità anche se il risultato finale è avverso.
Riusciranno oggi gli inglesi a vendicarsi? Di certo il maniacale Jones ha portato a livelli di parossismo la preparazione del match: ha persino rispolverato strategie pisco-tattiche degli Usa del periodo della guerra fredda per capire che cosa farà il nemico nel momento stesso in cui lo pensa.
Robe da Frederick Forsyth, che esagerazioni soprattutto quando si dispone di una potenza di fuoco smisurata come quella alimentata dalla federazione più potente del mondo: 2 milioni di tesserati rispetto ai 100mila italiani. E un secolo e mezzo in più di tradizione ovale. Solo a citare di nomi di Itoje (non perdete mai di vista questo portento), Farrell, Ford e Vunipola vengono i brividi. Insomma, staremo a vedere che effetto fa la pressione sulle spalle larghissime degli inglesi in confronto alla sfrontatezza della nazionale azzurra che lancia ben 7 esordienti nel Torneo e che nel frattempo dovrebbe risultare più affidabile sul piano fisico.
PRESSIONE
«Come sempre li sfideremo a viso aperto - dice il capitano Serrgio Parisse - con grande rispetto, ma senza alcun timore. Al tempo stesso saremo concentrati sul nostro piano e sulla nostra prestazione. Il pronostico è tutto per gli inglesi, ma questo non ci impedirà di dare battaglia su ogni pallone. Vogliamo essere valutati per questo impegno che i nostri tifosi meravigliosi delll'Olimpico del resto ci riconoscono sempre: è impressionante la carica che ci danno».
In regia la scelta di Allan al posto di Canna lascia intendere da parte di O'Shea un'attenzione importante alla difesa e al gioco piede: logico, il possesso sarà in gran parte inglese grazie a un pack di colossi. Obbiettivi per i placcaggi e le cariche per Alessandro Zanni, The Revenant, oggi al 100° caps dopo due anni di tribolazioni. C'è questo vale il biglietto, a patto ormai di trovarne uno.

 

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