Conte: «Che piaccia o no, io resto»:
Il Ct rilancia dopo l'incontro con Tavecchio

Conte: «Che piaccia o no, io resto»: Il Ct rilancia dopo l'incontro con Tavecchio
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Lunedì 9 Febbraio 2015, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:00
«Mi auguro che da oggi in avanti non ci sia più questo tormentone sul fatto che arriverò o meno alla fine del contratto. Io ci arriverò, che piaccia o no a qualcuno». Questo il messaggio neanche molto velato che Antonio Conte lancia dopo l'incontro col n.1 della Figc Tavecchio. Tutto questo in uan giornata lunga, inizata per lui con la notizia della chiusura delle indiagini da parte della Procura di Cremona, con l'arrivo di una imputazione per frode sportiva.



«Non posso far altro che ribadire quello che ho sempre detto: ho iniziato un percorso con la Nazionale - ha aggiunto il ct - e sono contento di averlo fatto, che a norm contrattuale prevede l'arrivo agli Europei e di far possibilmente bene a questa manifestazione. Cerchiamo di lavorare uniti sapendo che ci saranno e ci sono delle grandi difficoltà, però c'è da parte di tutti, un grandissimo entusiasmo e la voglia di fare qualcosa di magari inaspettato».



Dunque si ricomincia, si continua, si tiene la posizione all'uscita di un meeting voluto da Tavecchio,e condiviso dall'allenatore pugliese. L'argomento era il suo ruolo come commissario tecnico, ma anche il malumore circa le scelte della Lega e l'annullamento dello stage della Nazionale, che Conte aveva richiesto come condizione propedeutica ad una corretta preparazione della squadra in vista degli Europei di Francia 2016.



Alla riunione in Federcalcio non ha partecipato il team manager azzurro Oriali ma Tavecchio e Conte, che avevano cominciato da soli, sono stati poi raggiunti da Claudio Lotito.



Il Ct condottiero «Con Antonio Conte voglio rinnovare il contratto, non annullarlo, quando scadrà è questo il nostro obiettivo». A dare manforte alla posizione del selezionatore azzurro la presa di posizione di Carlo Tavecchio: «Il capitale che abbiamo investito in Conte è stato un atto di fede e di speranza in una persona che riteniamo all'altezza. È un condottiero che saprà fare di necessità virtù fintanto che non si arriverà alle riforme dei campionati. Intanto dovrà fare anche dai sacrifici».
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