Scandalo Fifa, Tavecchio: nostro candidato è Platini

Scandalo Fifa, Tavecchio: nostro candidato è Platini
di Ugo Trani
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Mercoledì 3 Giugno 2015, 12:13 - Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 11:16

dal nostro inviato
FIRENZE Carlo Tavecchio, prima di lasciare il Museo di Coverciano (ha partecipato a un convegno), interviene in modo inequivocabile sui due argomenti di cui più si discute nello sport internazionale e nel calcio italiano. Dopo le dimissioni di Blatter, la Federcalcio, attraverso il presidente, ufficializza il suo candidato: «E' Platini. Ovviamente se sarà disponibile». Si tiene, dunque, stretto il presidente dell'Uefa, così come vincola definitivamente Conte: «Di sicuro il nostro ct ci accompagnerà fino al prossimo Europeo».

SENZA INFIERIRE
Tavecchio ha raccontato quanto è accaduto al Congresso della Fifa che ha definito «Molto strano». E ha spiegato perché: «Non c'è stata una vera presentazione dei fatti successi. Nemmeno il secondo giorno. Tutto si è svolto in clima di credente sfiducia. Non si è discusso di niente e anche per questo ho ritenuto di votare di concerto all'Uefa». E' morbido sul presidente dimissionario: «Mi dispiace sul piano personale. Blatter l'ho fatto venire tante volte in Italia, è stata una decisione sofferta, ma davanti a tanta non chiarezza non si poteva fare diversamente. Ora occorre riscrivere le regole. Ma non spetterà a lui pensarci. Sarebbe anacronistico che chi si è dimesso per motivi del genere potesse riscrivere le regole. Su Qatar 2022 sarà l'esecutivo a decidere». Rivera, invece, è severo: «Blatter pensava di tenere tutto sotto controllo. Doveva seguire il consiglio di Platini e non presentarsi. Perché l'Fbi stava chiudendo il cerchio, avendo il materiale per indagare. Non è escluso che abbia il memoriale di Garcia».

CASO NAZIONALE
«E' una tempesta in un bicchiere d'acqua». Tavecchio torna sul siparietto con Conte durante Lazio-Roma del 25 maggio. «Io ero in tribuna, accanto a Oriali. Lui mi ha detto Conte era pronto a rinnovare, io allora ho stretto la mano al ct. Ed è finità lì». Niente nuovo biennale, dunque. Ma difesa a oltranza di Conte: «Siamo in un Paese in cui un giorno sì e un giorno no si sbandiera il garantismo per i cittadini. Il rinvio a giudizio non è una condanna. Da quattro anni il nostro ct è allo spiedo della magistratura. Non intervengo per dire che che ha bisogno di un giudizio urgente. Veloce, però, sì. Noi puntiamo su di lui. Per il rinnovamento del nostro calcio».

VELENO ROSSONERO
Rivera, più bad che golden boy nella circostanza, ha invece ironizzato sul prossimo allenatore del Milan: «Berlusconi ci ha abituati ai colpi di genio. E magari questa volta potrebbe essere quello di confermare Inzaghi. Ancelotti ha preferito riposarsi. Forse ha deciso di non tornare perché non ha ricevuto garanzie di poter allenare una squadra vincente»